“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”
(Luca 22, 42)
Il Prof. Gedda, dopo aver tenuto una conferenza nella Diocesi di Vallo della Lucania (SA), si recò presso le colline del Cilento per recitare l’ufficio della Madonna. Qui ebbe l’ispirazione di creare un centro di spiritualità per venire incontro alle urgenti necessità spirituali (formative, apostoliche, organizzative, sociali e culturali) del sud Italia. Voleva offrire un luogo dove ritemprare lo Spirito e incontrare Dio nella pace, nel silenzio e nella preghiera.
Il fondatore
Nato a Venezia nel 1902, Luigi Gedda ha attraversato la storia di tutto il secolo XX militando fin dalla giovinezza…
Nato a Venezia nel 1902, ha attraversato la storia di tutto il secolo XX militando fin dalla giovinezza nel movimento cattolico italiano. Fu membro della Società della Gioventù Cattolica a Torino e poi, dopo il trasferimento della sua famiglia a Milano, membro della Gioventù Cattolica Ambrosiana.
Chiamato a Roma da Pio XI nel 1934 fu nominato dallo stesso Papa Presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC). Uomo di fiducia di Pio XII nel 1946 divenne Presidente degli Uomini di Azione Cattolica e nel 1952 Presidente Generale di tutta l’Associazione fino al 1959.
Come medico esperto di genetica, fondò la prima Cattedra di Genetica dell’Università di Roma. Era una autorità di fama internazionale nel campo della gemellologica.
Durante la seconda guerra mondiale, angosciato dal pensiero dei disastri che sarebbero derivati dalla guerra e della conseguente impossibilità di continuare la sua azione di Presidente della GIAC, Gedda si chiedeva quale potesse essere la Volontà di Dio per il suo personale impegno. Terminata la guerra, prima delle elezioni del 18 aprile 1948, fondò i Comitati Civici per mobilitare meglio i cattolici.
Morì il 26 settembre del 2000 all’età di 98 anni.
La progettazione
Nella primavera del 1956, sotto la direzione dell’architetto Ildo Avetta, si diede inizio alla progettazione, con l’obbligo preciso di mantenere tutte le querce secolari. I lavoranti al progetto (muratori, falegnami, elettricisti ecc.) sono stati per la maggior parti locali, e molti di loro, oggi anziani, ricordano con orgoglio quel periodo.
Il 7 aprile 1959 arrivarono le prime quattro suore della Congregazione della Santa Croce di Menzingen, dette popolarmente “suore svizzere”.
Il 2 giugno del 1959 in maniera solenne venne inaugurato ufficialmente il complesso del Getsemani, alla presenza di numeroso popolo ed autorità. Il Vescovo di Vallo della Lucania, Mons. Biagio D’Agostino, lo benedisse e il Prof Gedda tenne il discorso inaugurale.
Il 24 giugno 1960 arrivò il Cappellano stabile per il Getsemani, era un religioso dell’Ordine della Madre di Dio.
Visto che in pochi anni il Getsemani era diventato meta di molti pellegrinaggi, anche venuti da lontano, e che tutti dichiaravano di ricevere un grande beneficio spirituale, il 12 giugno 1969 il Vescovo Mons. D’Agostino erige come Santuario diocesano la Chiesa del Getsemani.
Il 17 settembre 1982, ritiratosi il Cappellano e le suore, la cura spirituale del Santuario fu incaricata ai Padre Stimmatini, coadiuvati dalle suore Ancelle di S.Teresa di Gesù Bambino.
Nel 1986 gli Stimmatini terminarono il loro servizio e poco dopo si ritirarono anche le suore.
Per un paio d’anni si avvicendano dei Direttori Laici della struttura del Getsemani, finchè il Prof. Gedda trova una nuova Congregazione religiosa disposta ad assumere la direzione: gli Oblati di San Giuseppe. Era l’anno 1988. Con loro tornarono anche le Ancelle.
Perché il nome Getsemani
Getsemani in aramaico vuol dire “frantoio” ed era un piccolo oliveto poco fuori della vecchia città di Gerusalemme, sul monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l’Ultima Cena, prima di essere tradito da Giuda e arrestato.
Leggiamo nel Vangelo che Gesù, dopo l’Ultima Cena, uscì da Gerusalemme insieme agli Apostoli e andò in un giardino (chiamato appunto Getsemani) dove Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli (cfr Gv 18,1 s).
“Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate” (Mc 14, 32-34).
Poi si allontanò da loro e inginocchiatosi pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.
In preda all’angoscia, pregava più incessantemente e il suo sudore diventò come gocce di sangue. Poi, rialzatosi andò dai discepoli e li trovò che dormivano. “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”.
Mentre ancora egli ancora parlava, ecco una turba di gente. Li precedeva Giudo, uno dei suoi discepoli, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?”. (cfr Lc 22,41-46).